Una nuova ricerca, che mostra come i pipistrelli alzano la loro voce per essere uditi sopra la folla, può portare a migliorare la terapia della parola nel Parkinson. I pipistrelli emettono suoni e usano l’ecolocazione per navigare nel buio e, come gli umani, aggiustano costantemente il suono della loro voce in un ambiente rumoroso, così che possano udire se stessi.
L’abilità di parlare a voce alta viene gradualmente persa dalla persone affette da Parkinson e le terapie efficaci che aiutano i pazienti a migliorare le loro abilità di comunicazione sfuggono ai ricercatori.
In uno studio, pubblicato sul Journal of Experimental Biology, i ricercatori hanno selezionato i pipistrelli per studiare come il cervello controlla la voce, perché insieme agli umani “sono gli animali con la voce più alta e più articolata del mondo”, dice Mike Smotherman, professore di biologia dell’Università A & M del Texas (USA).
“Tutti gli altri animali, come cani e gatti, comunicano tra loro in modi semplici e con poca modulazione e non hanno molto controllo della loro voce.”
I pipistrelli vengono raccolti da diverse zone del Texas e la loro ecolocazione è stata registrata sia in ambienti tranquilli che rumorosi. Smotherman e i colleghi hanno imparato che i pipistrelli sono in grado di aumentare e diminuire rapidamente la loro voce a seconda del bisogno in ambienti rumorosi. Ai pipistrelli è stato poi dato un basso dosaggio di una droga chiamata MPTP che causa una temporanea condizione simile a quella del Parkinson. I pipistrelli perdono la loro abilità ad aumentare la voce e ad aggiustare i piccoli cinguettii a suoni più alti per comunicare meglio. Differentemente dagli umani, i pipistrelli recuperano in una settimana. I cambiamenti di voce sono simili a quelli trovati in persone che soffrono della malattia di Parkinson, che spesso sviluppano difficoltà di linguaggio.
“La malattia di Parkinson influisce negativamente sull’abilità di parlare di una persona, questo può essere uno degli aspetti più frustranti della malattia”, dice Smotherman. “L’abilità di parlare nel modo in cui si era abituati a farlo e la sua perdita, è uno dei sintomi più importanti della malattia. Infatti la maggior parte delle persone che ne soffre racconta che la difficoltà nel comunicare con la propria famiglia è la parte più difficile da fronteggiare.
Studiando come il cervello dei pipistrelli controlla la voce, si può avere una maggiore comprensione su come funzioni quello degli umani, che possono migliorare i metodi di trattamento per affrontare la difficoltà di parola associata a malattie come il Parkinson”.
Fonte: http://parkinsonitalia.wordpress.com